ansiaIl “Flop” della coppia

Il “Flop” della coppia

Il “Flop” della coppia

Quando è necessario un cambio di trama o di regia

La vita di coppia non è facile e le sfide quotidiane la mettono continuamente a dura prova.

Quando scegliamo di condividere la vita con qualcuno, in cuor nostro speriamo sempre di trovare un nostro sostenitore a vita che, munito di pom pom come una cheerleadar, faccia sempre il tifo per noi qualsiasi cosa accada, anche se ci piombano addosso all’improvviso delle sfide che pesano come macigni. Quando scegliamo l’altro le dinamiche che ci spingono a prediligere qualcuno sono lontane e insite nella nostra storia familiare ma, in ciascuno di noi, la scelta del partner risponde a profondi bisogni personali di cura o affiliazione ma anche a disponibilità all’accudimento o all’accoglienza dell’altro. Ci affidiamo ad un nostro mito familiare e tendiamo a ricercarlo e a riprodurlo. Ciò che spesso ci fa innamorare è l’immagine di noi che attraverso l’altro ci viene riflessa e che deve in qualche modo corrispondere ad una nostra idealizzazione di quello che vorremmo realmente essere nella nostra vita. L’intreccio delle varie immagini dà vita a quell’insieme di relazioni che viene chiamato “copione” (script).  

La trama di una storia d’amore coinvolge mille emozioni che vanno dall’esperienza dell’innamoramento, alla scelta e al desiderio di prolungare la frequentazione, fino al bisogno di condividere tempo luoghi e persone, unendo formalmente o meno le proprie vite. In questo evolversi di vissuti l’altro rappresenta sempre più un aggancio dal quale non vogliamo staccarci, e che un po’ alla volta assume concretamente la posizione di parte integrante del vivere quotidiano. Spesso ci ancoriamo al nostro ideale di storia di amore e in qualche modo ci convinciamo che la trama sarà quella, con quel finale lì che tanto ci piace e che sogniamo da un po’. Altre volte invece sappiamo nel profondo, forse perché è un film già visto, che la trama non sarà così avvincente e che le montagne russe saranno sempre dietro l’angolo; di conseguenza ci difendiamo dai rischi emotivi o ci trinceriamo dietro comportamenti ambivalenti e poco chiari che rischiano di non farci vivere appieno l’esperienza emotiva.

Ma perché ad un certo punto la trama si blocca, si interrompe o si trascina passivamente?

Le motivazioni per le quali una coppia può andare in crisi possono essere molte è le più disparte:

alcune coppie vanno in crisi già all’inizio della loro unione, altre invece subito dopo la nascita dei figli o quando i figli sono adolescenti e iniziano a proiettarsi all’esterno lasciando i genitori nuovamente come coppia. In alcuni casi le coppie invece si insabbiano o si bloccano quando avvenimenti imprevisti scuotono in qualche modo la loro vita, e entrambi o uno dei due non riesce a far fronte a queste situazioni in modo lineare e armonico. Al di là del copione personale o delle problematiche che già sul nascere una coppia può presentare, molto spesso le coppie che riescono nei primi tempi a trovare un equilibrio, con l’evolversi della trama non riescono ad adattarsi ai cambiamenti e iniziano a soffrire la relazione agendo dei comportamenti funzionali a sé stessi ma non al sistema coppia.

Come reagiscono i soggetti della coppia in crisi

Quando la coppia non evolve e il copione non si spiega in maniera equilibrata il disagio può venire espresso in vari modi:

  • Con la conflittualità più o meno forte e un esplicito disaccordo su molti ambiti di vita;
  • con una fuga all’esterno di uno dei due o di tutti e due (tradimenti, investimenti eccessivi nel tempo lavoro o nel tempo libero personale ecc. ecc );
  • attraverso il disagio personale o la comparsa di alcuni sintomi in uno o in tutti e due i partner;
  • con delle difficoltà nella sfera sessuale (assenza di rapporti intimi o molto saltuari o reali difficoltà nella pratica dell’attività sessuale stessa);
  • se ci sono dei figli può capitare che i figli stessi siano portatori di un problema o di un disagio che corrisponde ad un segnale di sofferenza di tutti.

Cogliere l’opportunità della crisi

Nella nostra cultura il termine crisi viene associato sempre a qualcosa di negativo o da evitare. La parola crisi deriva dal termine greco KRISIS che significa scelta o decisione, che contiene una connotazione positiva in quanto, grazie a questa situazione, possiamo fare una scelta o agire un cambiamento che ci permette di far evolvere la situazione. Nel caso in cui la coppia, nonostante il riconoscimento della crisi, non riesca poi a ristabilire la situazione di equilibrio e arrivi alla decisione di separarsi per lo meno la crisi è stata funzionale all’interruzione di un declino continuo che faceva male ad entrambi. Ma quando ci si rende conto che le cose non funzionano, che si va avanti per inerzia, che il rischio è quello di non rispettarsi più o addirittura di subire un’evoluzione negativa o svilente da un punto di vista personale, è necessario fermarsi e decidere che è arrivato il momento di fare qualcosa.

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Forse è meglio decidere di avere un secondo tempo migliore

Non è facile fermarsi e ammettere di aver fallito il progetto di famiglia che consciamente o inconsciamente abbiamo accettato. Prolungare per troppo tempo una situazione di malessere, di conflitto, di apatia o di estraniazione, a lungo andare può rappresentare un rischio sia da un punto di vista personale che da un punto di vista dell’intero sistema familiare. Cogliere l’occasione di aver consapevolezza che qualcosa non va, che le cose devono in qualche modo cambiare, è già un primo passo per attivare un cambiamento. Se la situazioni di crisi si trovasse in una prima fase in cui il rispetto reciproco fosse ancora integro, o perlomeno le emozioni negative non avessero ancora avuto il sopravvento, potrebbe essere sufficiente fermarsi e condividere i propri vissuti; discutendo del malessere provato andando alla ricerca di un nuovo equilibrio e di nuove energie per procedere nella vita assieme in modo appagante per entrambe. Ma non sempre è così semplice e forse farsi aiutare da qualcuno potrebbe essere la soluzione migliore.

Il supporto di un nuovo regista

Un nuovo regista che arriva è emotivamente neutrale, è in grado di intravedere gli intoppi del copione e anche le risorse per far ripartire la trama, evitando così che questo film familiare possa trasformarsi in un vero e proprio flop. Questo è quello che una psicoterapia di coppia può agire quando una coppia in crisi decide di farsi aiutare. Non si tratta solo di gestire e superare le difficoltà, quanto piuttosto di riflettere sulle modalità di relazione, su come le origini di ognuno si trovino nelle reciproche storie famigliari, e di individuare nuove modalità che permettano ai membri della coppia di vivere la relazione in modo soddisfacente e costruttivo. Il terapeuta ha il compito di guidare entrambi nella comunicazione, portandoli ad una comprensione dei reciproci bisogni andando alla ricerca delle risorse per il cambiamento. L’investimento personale in una relazione e nella costruzione di una famiglia è così importante che, se non è troppo tardi, concedersi di delegare la regia a qualcuno potrebbe essere la chiave di svolta per far diventare la propria storia un vero e proprio successo.

Dott.ssa Loredana Luise

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